Agostino, fare la verit by Maurizio Ferraris;

Agostino, fare la verit by Maurizio Ferraris;

autore:Maurizio , Ferraris; [Ferraris, Maurizio ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Filosofia, Intersezioni
ISBN: 9788815371065
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2022-05-15T00:00:00+00:00


Esternismo

Un modo più complicato ma promettente per sbrogliare la matassa del corrispondentismo consiste nel sostenere che gli schemi concettuali non creano (o, secolarmente, costituiscono) gli oggetti, ma ne rivelano l’essenza nascosta. Uso di proposito questa espressione enfatica e desueta perché è a una essenza nascosta che si riferiscono i filosofi che abbracciano questa posizione. Loro sono convinti di riferirsi alla semplice nomenclatura scientifica (il gatto è Felis catus, il tavolo è un ammasso di atomi e un sale è cloruro di sodio), ma in effetti stanno invocando proprio una essenza nascosta, quella che fa sì che sin dall’inizio dei tempi sia stato vero che un sale è cloruro di sodio. Non sfugga, qui, lo scrupolo nomenclatorio: quella degli esternisti è una verità analitica, non solo perché è professata principalmente dai filosofi analitici, ma anche perché consiste nella persuasione che si possa giungere alla verità (epistemologia) attraverso una corretta scomposizione della realtà (ontologia).

ω → ε

L’esternismo fa dell’epistemologia una conseguenza diretta dell’ontologia, un epistemologically correct per cui il linguaggio ordinario viene sostituito da un linguaggio più adeguato. Il che indubbiamente manifesta una sana intuizione realistica (si può dare essere senza sapere ma il sapere senza essere è un non sapere), ma non rende conto di come il sapere si relazioni all’essere, e soprattutto trasferisce all’essere delle caratteristiche del sapere, con degli effetti pesantemente indesiderati e indesiderabili. Se l’internismo è una ipoverità, l’esternismo è una iperverità, che pone una correlazione necessaria tra ontologia ed epistemologia, in cui la proposizione «la neve è bianca» è vera (epistemologia) se e solo se la neve è bianca (ontologia). Comporta che se la neve è bianca, per noi allora la neve sarebbe bianca anche se non ci fosse, né ci fosse mai stato, né ci sarà mai, un umano sulla faccia della terra. Quanto dire, insomma, che se un albero cade nella foresta senza che alcuno osservi farebbe lo stesso rumore che se l’evento avesse luogo di fronte a un’assemblea di esternisti.

Designare la verità come il rapporto che intercorre fra la proposizione «la neve è bianca» e il fatto che la neve sia bianca è una tesi che è difficile non condividere. Da ciò, tuttavia, gli iperveritativi traggono la conclusione che quella proposizione sarebbe vera anche per le nevi di una volta, precedenti ogni occhio umano. E questo è tutt’altro che ovvio. La seconda parte della tesi della iperverità appare motivata dalla preoccupazione che, diversamente, si darebbe spazio a derive ipoveritative. Ma non è affatto un esito obbligato. Ad esempio, la tesi di Heidegger[4] secondo cui, prima di Newton, le teorie del moto dei pianeti da lui enunciate non erano vere non è di per sé relativistica: le leggi di Newton (epistemologia) non esistevano, però esisteva la realtà a cui si riferivano (ontologia). Il lavoro di Newton è consistito nel rivelare qualcosa che c’era già.

Dire questo non significa – indipendentemente dalle conclusioni che ne trae Heidegger – sostenere che il moto dei pianeti è stato creato da Newton, bensì che la concezione vera del moto dei pianeti



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